martedì 27 aprile 2010

I'VE HEARD ABOUT














I've heard about è il titolo della mostra del gruppo R&Sie(n) tenuta nel 2005 presso il museo di arte moderna (ARC). Si tratta di un'ipotesi di città futura, la cui forma non dipenderà più da decisioni arbitrarie o dal controllo di pochi eletti, ma si auto-costituirà seguendo una propria logica interna, adattandosi alle esigenze degli abitanti.
Niente più regolamenti comunali, ma neppure niente più architetti e urbanisti. Il VIAB, una macchina capace di espellere cemento e tessere autonomamente, poco per volta, la struttura della città (il suo nome, suggerito da Bruce Sterling, nasce dall'unione dei termini Viabilità e Variabilità), diventa a questo punto il solo autore della forma urbana. La città si auto-costruisce giorno dopo giorno, ora dopo ora, con l'ausilio di queste macchine intelligenti, che scorrono lungo dei binari autogenerati, in cemento, secondo un sistema messo a punto da Behrokh Khoshnevis, ricercatore all'Università della South California. Il VIAB è formato da un corpo centrale in cui sono alloggiati dei tentacoli flessibili ed estensibili, costituiti di giunti pneumatici, che terminano con ugelli per la fuoriuscita del cemento. Ogni macchina si sposta e secerne materiale secondo le indicazioni dell'algoritmo genetico che ne determina il comportamento. L'algoritmo è aperto e può inglobare le richieste personali degli inquilini, nonché le interferenze dovute al maggiore o minore tasso di stress degli abitanti posti in prossimità. Una nanomolecola dispersa nell'aria all'interno della città per essere inalata dagli abitanti, permette infatti di scoprire il loro livello di stress e di rimandare i dati alle macchine che ne terranno conto alterando il proprio comportamento costruttivo.



Quello che mi ha colpito di questa opera, oltre che alle futuristiche ipotesi di morfogenesi urbana, è la ricerca espressiva la quale trova il suo fondamento nell' ingrandimento al microscopio elettronico di un nanoricettore. ILBANG DI QUESTA OPERA E' IL NANORICETTORE. Questa tecnologia oltre a raccogliere informazioni e letteralmente costruire la città attraverso il VIAB serve da riferimento per la forma che la nuova città dovrà avere. Il nanoricettore infatti ingrandito al microscopio è composto da una fitta rete di cavità estremamente intrecciate, se si osserva i plastici ipotetici si ritrovano esattamente queste forme.



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